Nelle ultime settimane, l’incremento dei contagi da coronavirus e la crescente pressione sul sistema sanitario nazionale hanno monopolizzato l’attenzione in tutto il Paese, agitando lo spettro di un nuovo lockdown.
Da un lato i timori per la salute, dall’altro quelli per la tenuta economica del paese, inevitabile conseguenza delle nuove restrizioni adottate per contenere il dilagare dell’epidemia.
Tra le ipotesi in campo per invertire la curva dei contagi, si è fatta strada quella di circoscrivere le limitazioni alla popolazione anziana.
Il valore delle persone anziane nella società non è e non può essere in discussione.
Lo hanno affermato con forza le organizzazioni nazionali della terza età. Secondo Enzo Costa, presidente nazionale di Auser, “l’emergenza Coronavirus ha messo a nudo la nostra scarsa preparazione sanitaria e l’inefficienza dei servizi alla persona.
Sullo stesso tono anche ANCeSCAO, che ha pubblicato in questi giorni il documento intitolato “Gli anziani: risorse indispensabili per la società”, in cui si mette in primo piano l’importanza delle persone".
“Chiediamo – si legge – che il welfare tradizionale venga ricalibrato per far sì che vengano garantiti agli anziani – e più in generale a tutte le persone fragili – servizi puntuali e accurati. Uno sforzo che riguarda in primis la politica, ma che si deve estendere a tutte le forze sociali e produttive del nostro Paese”.
Luca Ferretti, ricercatore dell’Università di Oxford, ha spiegato nei giorni scorsi che l’isolamento selettivo non riduce la trasmissibilità del virus, per cui isolare gli anziani crea più problemi di quanti ne risolva.
Una strada che per molti aspetti non è percorribile, come spiega in un articolo il giornalista Antonio Scalari, diventato un podcast per la testata Valigia Blu.
Il futuro che abbiamo di fronte è quantomai incerto, ma per affrontarlo è necessario rimanere uniti, proteggendo chi è più fragile.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)