La struttura residenziale comunale Gregoretti (Trieste) accoglie soggetti non autosufficienti che hanno la necessità di interventi di tipo sanitario, sociosanitario e socioassistenziale. Qui è stata condotta un’indagine per valutare la variazione dello stato di salute degli ospiti durante l’anno pandemico 2020 con l'obiettivo di osservare il fenomeno analizzando, oltre ai dati, il punto di vista degli operatori, del direttore della struttura e degli anziani stessi utilizzando l’approccio mixed methods, che favorisce l’integrazione dei dati qualitativi e quantitativi all’interno della stessa indagine.
La ricerca si è sviluppata in 4 fasi: prima di tutto analizzando la nozione di salute, di benessere e di qualità della vita, consultando la documentazione e la letteratura disponibile e riguardante tali temi. È stata poi creata una matrice dei dati dalla quale sono stati estrapolati ed elaborati alcuni dati significativi relativi agli anziani residenti negli anni 2019-2020 per comprendere il fenomeno in oggetto attraverso il programma Insoft, utilizzato dalla struttura per registrare tutte le prestazioni svolte dagli operatori in favore degli ospiti. La terza fase della ricerca ha previsto l’istituzione di un questionario autocompilato in forma anonima, somministrato al personale. L’ultima fase riguarda le interviste somministrate a sei ospiti e al direttore della struttura.
La maggioranza degli ospiti ha confermato la sofferenza provata nei periodi caratterizzati da una situazione di isolamento. Confrontando i risultati derivanti dall’analisi della matrice dei dati, del questionario e delle interviste, si può ipotizzare che ci sia stata una variazione dello stato di salute degli ospiti sia dal punto di vista psicologico, che quello fisico e sociale. Il disagio psicologico degli ospiti può essere dimostrato dall’aumento del rifiuto di svolgere le attività ad esempio di mobilizzazione e di animazione, ma anche dal rifiuto di idratazione e alimentazione. Ancora più evidente è l’aumento, rispetto al 2019, del rifiuto delle terapie.
Il questionario ha rinforzato l’ipotesi di una variazione del benessere psicologico degli anziani residenti, i quali sono risultati frequentemente tristi, apatici, nervosi, isolati, agitati e ansiosi. Le animatrici sostengono di aver riscontrato un peggioramento degli ospiti dal punto di vista cognitivo in aggiunta ad un disagio psicologico causato dalla pandemia e dalle relative restrizioni. Dal punto di vista fisico si può ipotizzare un peggioramento poiché sono diminuite le attività di mobilizzazione attiva e/o passiva. Tali affermazioni sono seguite inoltre dall’aumento delle cadute e da un incremento delle lesioni nei mesi successivi alla prima ondata del virus. Anche i fisioterapisti hanno confermato nel questionario la presenza di u peggioramento fisico degli ospiti, evidenziando in particolare una riduzione della loro capacità di spostamento.
Per quanto riguarda infine la sfera del benessere sociale, sicuramente essa è stata influenzata dal minor numero di attività di animazione svolte nei mesi caratterizzanti la prima ondata del virus. Tuttavia oltre a esser stato ridotto il numero delle attività di animazione, dal questionario emerge come non sia stato possibile svolgere le attività di gruppo che favoriscono la socializzazione tra gli stessi ospiti. Altri fattori influenti sono sicuramente le visite sospese, e le videochiamate, in particolare queste ultime hanno permesso agli anziani di rimanere in contatto con i propri familiari e/o amici.
Il Covid ha influito in modo negativo, seppur in misura variabile a seconda della persona, sulla salute fisica, sociale e psicologica degli anziani. Una visione confermata anche dall’intervista al direttore, che ha rilevato nel corso della pandemia alcune problematiche organizzative all’interno delle residenze per anziani, quali il reperimento dei Dpi, la riorganizzazione degli spazi, la gestione del personale caratterizzata da un numero di operatori ridotto, i quali lavorano con turni più lunghi e ravvicinati e tempi di riposo ristretti. Tutte le problematiche riscontrate hanno influito negativamente sul benessere degli ospiti, specialmente nei periodi caratterizzati dalla chiusura con il mondo esterno, misura che ha comportato un cambiamento nella relazione con l’anziano poiché l’operatore è diventato un punto di riferimento fondamentale.
Affinché non si ripropongano più situazioni analoghe, è necessario intervenire su più fronti. Nel caso delle Rsa un aspetto fondamentale su cui agire riguarda l’adeguamento degli spazi. Dal punto di vista invece del personale, è necessario aumentare il numero degli operatori, ma soprattutto cercare di favorire la permanenza degli stessi nelle residenze. Sono altrettanto importanti l’istituzione e l’aggiornamento di protocolli pandemici che possano guidare i dirigenti e il personale delle strutture nel fronteggiare emergenze analoghe in modo tempestivo, definendo i ruoli e i compiti di ogni soggetto. Per quanto riguarda invece le attività da svolgere nelle residenze, è fondamentale incentivare il più possibile la socializzazione degli ospiti mantenendo le feste mensili, le uscite, le attività quotidiane.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)