Il Global Retirement Index 2019 (Natixis Investment Managers) confronta ogni anno le best practices delle politiche pubbliche pensionistiche di 44 Paesi che comprendono le economie avanzate del Fondo monetario internazionale (FMI), i membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e i paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina).
Il report di quest’anno colloca l’Italia al 30°posto che, nonostante un lieve miglioramento, scende di una posizione a favore del Portogallo.
Il Global Retirement Index esiste dal 2013 e assegna un punteggio generale ai Paesi in merito alla sostenibilità dei loro sistemi pensionistici. Si basa su quattro sottoindici, corrispondenti ai diversi fattori di benessere che impattano sulla vita dei pensionati: il benessere materiale (material wellbeing); il benessere finanziario, stimato sull’accesso a servizi finanziari di qualità per preservare i risparmi e massimizzare i rendimenti (finances in retirement); la salute, intesa come accesso a servizi sanitari di qualità (health); la qualità della vita, come possibilità di vivere in ambienti più puliti e sicuri (quality of life).
L’Italia conferma il punteggio complessivo dei due anni precedenti (63%). Quanto alle singole aree, sono migliorati, nell’ultimo anno, il sottoindice qualità della vita (passato dal 70% al 73%) come pure il benessere finanziario in pensione (passando dal 52% al 53%).
Il sottoindice benessere materiale è stabile al 51% ma peggiora quello relativo alla salute (diminuito dall’83% al 81%) unico sottoindice in cui l’Italia ha registrato un punteggio inferiore rispetto allo scorso anno. Ad un miglioramento del punteggio della spesa pro-capite corrisponde un peggioramento delle aspettative di vita e spese per assicurazione sanitaria.
Per gli autori del report, restano in Italia alcuni nodi da sciogliere per il futuro che sono l’invecchiamento della popolazione, il debito pubblico, la pressione fiscale e la governance. Criticità sottolineate anche da Antonio Bottillo (countryhead ed executive managing director per l’Italia di Natixis Investment Managers) che, a proposito del nostro Paese, ha dichiarato: “È necessario che tra politici, fondi pensione, lavoratori e industria finanziaria ci sia una maggiore condivisione del duplice obiettivo di soddisfare le esigenze della popolazione in età pensionabile e preservare la sicurezza previdenziale dei pensionati del domani, all’insegna di un costante dialogo tra tutte le parti”.
Quanto alla classifica generale emerge dallo studio che Islanda, Svizzera e Norvegia occupano le prime tre posizioni della classifica a 44, grazie alla spinta dei sottoindici legati alla salute e alla qualità della vita. L’Islanda si distingue dalle altre due soprattutto per l’indice del benessere materiale che raggiunge quota 91%; il più alto tra tutti i 44 Paesi. Peggiorano i Paesi Bassi, che scendono dal 10° al 13° posto, mentre la Germania si conferma al 13° posto rispetto all’anno scorso, dopo essersi piazzata però, dall’inizio della rilevazione, sempre nella top ten.