Le statistiche comparate sulle politiche di long term care ( sostegno alla non autosufficienza) mostrano per l’Italia una quota di spesa pro capite in linea con la media Ue. Tale impegno si sostanzia più in trasferimenti monetari (indennità di accompagnamento- IdA ) che in servizi. L’IdA rappresenta, da sola,oltre un terzo sul totale della spesa per non autosufficienza, in termini assoluti una cifra che supera annualmente i 12 miliardi di euro (Inps 2016,77). Introdotta agli inizi degli anni Ottanta come misura finalizzata al sostegno per disabili adulti, l’IdA si è trasformata nella misura principale di supporto ai bisogni di cura della popolazione anziana tanto che, nel 2015, tre quarti dei beneficiari (cioè il 76,3%) aveva più di 65 anni (mentre il 38,4% più di 85 anni) (Inps 2016). In una prospettiva comparata europea emergeche il tasso di copertura ( quota di beneficiari di IdA) sul totale della popolazione anziana, risulta fra i più alti in Europa. Nel 2015 l’IdA copriva una percentuale di over 65pari all’11,6%, inferiore all’Attendance allowance inglese,ma superiore alla copertura del programma assicurativo tedesco di Ltc (la Pflegestufe)e dell’Apa – Allocation personnalisée d’autonomiefrancese. Rispetto a Germania e Francia, dove si valuta anche la gravità del bisogno assistenziale, il sistema italiano, ad impostazione flat ( uguale per tutti), è meno generoso. Il limite principale del sistema italiano è quello di prevedere una stratificazione multi-livello delle competenze (Stato-Regioni -Comuni) che non è coordinato e favorisce le disuguaglianze territoriali di risposta al bisogno di servizi socio-sanitari complessi come quelli degli anziani non autosufficienti.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)