Max riceve la visita inattesa dei suoi migliori amici al completo, alla vigilia del suo sessantesimo compleanno. Peccato che non li veda ormai da qualche anno, che si sia sentito abbandonato da loro, che nel frattempo si sia separato da Véro, abbia litigato con Eric, e stia nascondendo a tutti un segreto che lo angoscia. Per giunta, come qualcun altro del gruppo, non ha ancora superato la morte di Ludo e fatica ad accettare il tempo che passa.
Anni dopo il film Piccole bugie fra amici (2010) il suo sequel Grandi bugie tra amici (titolo italiano un po' banale, ma l'originale non è meglio) arriva a mantenere la promessa e a dirci che tutto cambia e tutto resta uguale, esattamente come si è persone uguali e differenti nei diversi decenni della nostra vita.
Il regista deve parlare ad un pubblico vecchio e nuovo e non può esimersi da una visita guidata della casa, reale e metaforica, e da un'illustrazione dei passati rapporti tra i personaggi, ma è abile nel farlo senza ricorrere al vizio della spiegazione eccessiva, distribuendo le informazioni nello spazio e nel tempo.
Come ogni riunione di amici dà quasi naturalmente vita a dei tormentoni, ed essi danno vita alla commedia, il film comincia ad un certo punto a dare i suoi frutti grazie al reiterato comportamento inopportuno di Antoine (Laurent Lafitte) e al duello tra Eric (Gilles Lelouche), star del cinema e padre single, e la tata presa in affitto a Parigi e trasportata a Cap-Ferret ad assistere all'irresponsabilità esibita di un gruppo di ex ragazzi che non vogliono crescere.