I ricercatori dell’Università della Repubblica in Uruguay e dell’University College di Londra hanno verificato che se si è programmati per il riposo pomeridiano le dimensioni del cervello cambiano meno con l’andare degli anni. Il volume della materia grigia, che è un parametro di buona salute del cervello e si associa a una minor probabilità di andare incontro a malattie cognitive, è più ampio in chi riposa regolarmente e ciò si traduce in termini di invecchiamento cerebrale in un risparmio da 2,6 a 6,5 anni.
Lino Nobili, docente del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova e vicepresidente dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno, spiega l'importanza del riposo post prediale. L’organismo nelle sue funzioni segue un ritmo circadiano di circa 24 ore, in cui nel primo pomeriggio si verificano sia un calo dei livelli di vigilanza sia un aumento della sonnolenza, indipendenti da quanto abbiamo mangiato. Un pasto pesante può accentuare l’effetto, ma avere sonno intorno alle due di pomeriggio è normale.
Dormire per 15 o 20 minuti può fare bene perché diminuisce la pressione del sonno e aumenta lucidità e prestazioni cognitive. Un riposo maggiore si associa, per esempio, da un maggior rischio di obesità e diabete, ma anche a un incremento di marcatori dell’infiammazione come la proteina C reattiva o la troponina. Il riposo pomeridiano breve fa bene agli anziani, che tornano a un ritmo più simile a quello dei bambini perché li aiuta ad avere una funzione cognitiva migliore nella seconda parte della giornata. L’importante, conclude Nobili, è mantenere un ritmo generale delle attività, evitando che i momenti di riposo diventino frequenti e irregolari.
(Sintesi redatta da: D'Amuri Vincenzo)