Gualtiero Magli, classe 1961, ha nell’anima la passione per la pittura che gli ha regalato tante soddisfazioni e lo ha aiutato ad affrontare il morbo di Parkinson, in un alternarsi tra il buio della notte e la luce della rinascita.
"La voglia di dipingere è nata come valvola di sfogo alla diagnosi della malattia nel 2003: all’inizio con le poesie, poi nel 2006 ho dipinto una serie a tema I gatti e la città e ho esposto per la prima volta alla Biblioteca Civica Franco Galato. Le mie opere sono l’espressione degli stati d’animo che nascono dalla capacità di gestire il morbo di Parkinson che in taluni momenti è così devastante, come la notte, e in altri mi lascia vivere dando spazio alla luce del giorno”.
La pittura, per Gualtiero, rappresenta un’esigenza che nasce dalla lotta estenuate tra il sentirsi bloccato dal morbo e l’incessante desiderio di normalità."Ho scelto l’Astrattismo perché in essa mi riconosco e riesco, con facilità, a gestire la mia malattia – ha spiegato – Inoltre posso sperimentare l’accostamento di materiali diversi come la tempera acrilica, le bombolette spray, la vernice, la tempera a muro, i pennarelli e i pastelli a cera e mischiare i toni caldi e i toni freddi in una tavolozza infinita di colori e figure. Quasi tutte le mie opere sono dipinte sul legno, tranne poche tele, e la scelta è voluta perché mi trovo più a mio agio con questo materiale".
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)