L’Aids in Italia dal 1982 ha causato 43mila decessi e rimane un grande problema di salute pubblica. Nei 31 paesi Ue ogni anno si registrano 30mila nuove infezioni da Hiv.
In Europa circa 9 pazienti Hiv positivi su 10 sono virologicamente soppressi; la sopravvivenza sempre più lunga dà a queste persone la possibilità di vivere una vita sempre più “normale”. E quello dell’invecchiamento delle persone con Hiv è stato il tema al centro di una conferenza svoltasi a Seattle e di un convegno svoltosi a Roma dedicato agli “esiti riportati dai pazienti” o PROs (Patient Reported Outcomes).
Vivere più a lungo significa dover affrontare anche altre malattie non strettamente collegate con l’infezione, come quelle dovute all’invecchiamento, allo stile di vita e all’esposizione cronica alle terapie antiretrovirali.
Le comorbidità nei sieropositivi si manifestano prima rispetto al corrispondente sieronegativo di pari età questo aumenta il rischio cardiovascolare e un processo di invecchiamento generale più veloce. Per far fronte a questo problema va segnalato l’arrivo in Italia della prima terapia a base di TAF, per il trattamento di adulti e adolescenti infetti da virus dell’immunodeficienza umana 1 (HIV-1), contenente i principi attivi elvitegravir, cobicistat, emtricitanina e tenofovir alafenamide che rappresenta un passo in avanti per terapie più tollerabili, più facili da assumere, più efficaci e durature in una logica di esposizione alla terapia long-life.
I PRO sono misure che permettono di descrivere e valutare lo stato di salute del paziente attraverso la sua stessa percezione. Infatti, la misurazione di aspetti della vita del paziente (come il benessere fisico e psicologico, l’aderenza e i sintomi) si è rivelata estremamente utile nella gestione clinica dell’infezione da HIV.
(Fonte: tratto dall'articolo)