I giovani anziani attivi italiani, persone con età compresa tra i 65 e i 74 anni, sono da tempo sotto osservazione dei ricercatori dell'Università Cattolica del Sacro Cuore con un programma di studio interdisciplinare coordinato dal sociologo Fausto Colombo e iniziato già da due anni. I risultati sono stati presentati a Milano al convegno Non mi ritiro: l'allungamento della vita, una sfida per le generazioni, un'opportunità per la società. Con l'aumento dell'aspettativa di vita, una nuova età della vita si è aggiunta tra maturità e vecchiaia. I giovani anziani sono un segmento portante anche per i consumi, oltre a svolgere un ruolo importante e sussidiario sia nella cura dei "grandi anziani" sia nel sostegno dei figli, meno garantiti di loro. Il professor Colombo dice che la ricerca ha messo in luce come sia slittata avanti l'età di confine tra fase adulta e fase anziana. L'identikit che si ricava dall'indagine svolta tra 900 soggetti in tutte le Regioni è: 46,3% uomini, 53,7% donne, 73,3% coniugato, il 90,6% con figli e nel 65,4% hanno nipoti maggiorennni. Il 19,6% vive solo, ma le reti relazionali sono ricche, parenti, amici e vicini di casa. Sono più socievoli i più colti. L'indice di status attesta circa la metà sul livello medio e più del 30% sul livello basso, in controtendenza sulla media europea. In questa fotografia, conclude Colombo, andrebbe ridisegnato il welfare, rimodellando società e ruoli.
(Fonte: tratto dall'articolo)