Finirà che con l'intelligenza artificiale riusciremo a scongiurare le degenerazioni dell'intelligenza umana. Finirà anche che le varie discipline scientifiche saranno capaci di interagire tra loro al fine di migliorare la vita umana. Con questi presupposti sarà possibile portare a termine risultati come quelli conseguiti dal giovane ricercatore Nicola Amoroso e dai suoi colleghi del Dipartimento di Fisica dell'Università di Bari, che hanno messo a punto un algoritmo per prevedere l'insorgere dell'Alzheimer con dieci anni di anticipo. "Abbiamo sottoposto a questo algoritmo - spiega l'Amoroso - le risonanze magnetiche del cervello di alcuni soggetti sani e di altri affetti di Alzheimer e l'intelligenza artificiale è riuscita a cogliere le differenze. In seconda battuta le abbiamo sottoposto risonanze di pazienti sani e di soggetti con lieve indebolimento cognitivo e anche in questo caso l'algoritmo riusciva a rilevare i soggetti che avrebbero sviluppato l'Alzheimer anche a distanza di dieci anni. Insomma, l'intelligenza artificiale era in grado di fornire previsioni accurate sull'evoluzione della malattia".
(Sintesi redatta da: Nardinocchi Guido)