Che idea abbiamo delle case di riposo? Se pensiamo a noi stessi o a un nostro congiunto in quel contesto, come ce lo immaginiamo?
Lo studio di architettura Spark ha cercato di guardare in modo diverso al futuro delle case di riposo, sostituendo l’idea di riposo con quella di vita. Sì, strutture dove vivere appieno, con persone che, oltre all’età anagrafica, condividono il desiderio di rimanere attive. In che modo? Per esempio coltivando direttamente ciò che occorre per il sostentamento della comunità, e siccome la forza lavoro potrebbe essere molta, tutti potranno acquistare i prodotti in esubero nel mercato ortofrutticolo previsto dal progetto, contribuendo così all'autosufficienza economica della struttura. Un progetto dunque che mira ad aumentare la qualità della vita di chi, in vecchiaia, sceglie di vivere in una comunità. L’Home Farm progettata dalla Spark concilia le esigenze terapeutiche degli anziani con il benefici apportati dall'attività all'aria aperta, possibilmente immersi verde. Una fattoria urbana, nel cuore della città, condotta dai suoi stessi ospiti, impegnati in ogni attività: semina, manutenzione, raccolta, imballaggio e consegna dei prodotti. La struttura sarà caratterizzata dalla presenza di appartamenti per gli anziani in un contesto strutturato per l'agricoltura urbana verticale: giardini pensili, muri vegetali, pareti curvilinee con arbusti, fioriere e vegetazione a cascata; nell’orto condiviso troverà spazio anche un allevamento di specie ittiche. Vista la filosofia sottesa al progetto, non mancheranno un sistema di raccolta dell'acqua piovana e un impianto a pannelli solari. Il progetto, pensato per la città di Singapore, è stato presentato al World architecture festival e attende solo dei finanziatori. Speriamo arrivino presto per Singapore, ma anche per l’Italia prima o poi, visto che da anni rimaniamo sul podio dei Paesi più vecchi al mondo.
(Fonte: tratto dall'articolo)