Lo scorso anno il quotidiano inglese Daily Mail ha lanciato una sottoscrizione ai suoi lettori con lo scopo di reclutare volontari per il Servizio Sanitario Nazionale ricevendo un’adesione di molto superiore alle aspettative. Alcune delle persone che hanno aderito hanno prestato la loro opera in maniera così entusiastica, da essere state premiate lo scorso venerdì con l’Helpforce Champions Awards, un riconoscimento, molto sentito, rivolto a coloro che offrono assistenza volontaria all’interno della Sanità inglese.
Tra le molte storie dei vincitori, quella raccontata da Maisy Vincent colpisce particolarmente.
Maisy è una studentessa di 17 anni che, nell’ospedale di Treliske, in Cornovaglia, ha deciso di assistere i malati sofferenti di Alzehimer. Nella sua opera di aiuto e cura a queste persone Maisy, ha portato la sua esperienza personale, del tempo trascorso con i suoi nonni, consapevole dell’importanza dell’esperienza di vita delle persone anziane per i più giovani.” Preparavo per loro il tè e con loro facevo giochi da tavolo, ma soprattutto mi sedevo e li ascoltavo parlare”, Maisy ha dichiarato, aggiungendo che grazie all’opera prestata a questo tipo di pazienti, ha potuto esercitare la sua pazienza ed ha imparato ad ascoltare attivamente le persone, dimostrando attenzione alle loro parole, mantenendo lo sguardo fisso negli occhi.
Carole Lyons, una ex commercialista di 75 anni in pensione, fa invece parte del team di fine vita dell’ospedale dell’Università di Aintree a Liverpool. Essere una volontarie che assite questo tipo di malati, significa poter essere chiamati in qualsiasi ora del giorno e della notte e in qualsiasi giornodell’anno, ma Carolyn è sempre pronta a correre da chi ha bisogno. Questa sua propensione deriva dall’esperienza vissuta al momento della perdita di sua madre, nel 1994. Carolyn ricorda che sua madre era seduta, impegnata a leggere un libro, e le aveva chiesto di portarle una tazza di te; quando è tornata nella stanza l’ha trovata in poltrona, senza vita. Nonostante lo schock di quei momenti ricorda ancora bene cosa le dissero in ospedale” È morta in pace e non era sola”. Ed è per questo che ora Carolyn sa esattamente quale’è la sua missione: non lasciare che nessuno muoia solo.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)