Carla Marangon, prima medaglia azzurra al femminile ai Giochi di Amsterdam ha compiuto 100 anni il 13 novembre. La squadra di ginnastica a cui apparteneva vinse la medaglia d’argento e ha fatto la storia, perché quella era la prima edizione aperta alle donne in diverse discipline. Erano chiamate, con poca considerazione, le «atletesse», e se la prossima estate le donne a Rio saranno quasi il 50 per cento degli atleti devono ringraziare quelle giovanissime pioniere. Era il 1928, quel secondo posto a sorpresa divenne un successo fascista che «il Balilla» celebrava così: «12 testoline irrequiete di vivacissime maschiette, 24 gambe agilissime». La signora Marangon è stata tra le prime in Italia a prendere la patente (ha anche quella nautica), non si è mai sposata, non si è mai fatta una famiglia, a vent’anni lavorava già alla motorizzazione e tutt’ora preferisce l’autonomia e si fa giusto un po’aiutare dalla nipote Anna. Non ama mettersi in mostra o ricordare quei tempi, le ragazze olandesi che vinsero l’oro erano per la maggioranza ebree e quattro di loro morirono nei campi di concentramento. Anche se lei non dispensa regole, nella sua lunga esistenza ne ha seguita una sola: niente legami, meno che mai con il passato.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)