La morte di un carissimo amico, quel Natalino che aveva accompagnato le sue prime avventure alla scoperta del mondo nella grande cascina Lazzaretto, spinge Bepi a ricordare gli anni in cui bastava andare a caccia di rane o sentire il profumo del pane appena fatto per essere felici, in cui la comparsa delle prime trebbiatrici suscitava grande stupore e curiosità e, prima che scoppiasse la guerra vera, si combattevano battaglie per conquistare i nascondigli delle "bande nemiche". Bepi si rende conto di avere vissuto in un mondo che oggi nessuno conosce più. «Non riesco a staccare gli occhi da quegli spazi dove non corrono più cavalli, né giocano bambini. Dove non sono più le voci della vita che io invece sento emergere dalla memoria chiare, distinte, inconfondibili. E mi prende l'angoscia: quando la luce della mia memoria di ultimo sopravvissuto si spegnerà, tutto quel mondo non sara più. Nessuno saprà che è stato. Come una stella che muore nell'universo e nessuno lo sa». Perché questo non avvenga, con la pazienza di un archivista, la precisione di un fotografo e la passione di un Simenon che indaga per scoprire la verità e l'essenza di un'epoca dimenticata, tesse la trama della memoria e pagina dopo pagina ricostruisce la vita quotidiana dei bambini in una grande cascina padana della provincia italiana durante il fascismo e nell'uragano della Seconda guerra mondiale. I burattini, l'uomo del pane, la neve, le storie del nonno, i giochi sugli argini, le api della regina, pere cotte e maialini, il grande bucato, caccia ai corvi, la musica, la mietitura, sono tutti capitoli di una storia che ricostruisce la vita e i sentimenti di un mondo scomparso che nascondeva grandi valori. Non è un libro nostalgico, ma vivace e divertente che tenta di opporsi all'impero del presente che furoreggia nella nostra «cultura» televisiva. (Fonte: www.lafeltrinelli.it)