A fine agosto è stato pubblicato il nuovo Decreto sui «Limiti massimi di spesa per l’erogazione dei prodotti senza glutine» che comporterà un aggiornamento entro sei mesi del registro nazionale degli alimenti, lasciando poi alle Regioni tre mesi di tempo per adeguarsi. Per i celiaci adulti, in particolar modo per gli ultrasessantenni, è prevista una riduzione della cifra mensile che hanno a disposizione per l’acquisto di pane, pasta e altri cibi senza glutine. I contributi possono cambiare a seconda della residenza perché ogni Regione può decidere se aumentare o meno l'importo. La revisione è dovuta alla diminuzione dei costi degli alimenti privi di glutine e anche dai fabbisogni energetici della popolazione definiti dalle più recenti evidenze scientifiche. Nel nuovo Decreto si ricorda che «il celiaco deve seguire una dieta varia ed equilibrata con un apporto energetico giornaliero da carboidrati stimabile in almeno il 55%, che deve derivare anche da alimenti naturalmente privi di glutine provenienti da riso, mais, patate e legumi come fonte di carboidrati complessi, per cui la quota da soddisfare con alimenti senza glutine di base (pane, pasta e farina) è stimabile nel 35% dell’apporto energetico totale». Gli importi possono essere erogati in molti modi, a scelta delle Regioni. La richiesta del presidente dell’Aic (Associazione Italiana Celiachia) è di uniformare in tutt’Italia l’erogazione con dei buoni spendibili in farmacia, al supermercato o nei negozi specializzati, e rendendoli così spendibili in tutte le Regioni.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)