Uno degli spunti della seconda edizione dell’Alzheimer Fest che si tiene a Levico Terme dal 14 al 16 settembre, è dedicato alla figura dei caregiver, i familiari che assistono i malati. Manuela Berardinelli, presidente dell’Associazione familiari Alzheimer uniti, fornisce alcuni suggerimenti pratici per chi deve aiutare un familiare colpito da questa patologia: organizzare la casa per chi ha, o avrà, problemi di equilibrio, facendo attenzione ai mobili, tovaglie di colori differenti dai piatti, perché chi ha un senso alterato della profondità non capirà bene dove mangiare. E suggerisce come superare lo shock dei primi giorni e dove chiedere aiuto. In Italia la situazione è molto variegata; con alcune isole di eccellenza, per esempio Treviso, Roma, Monza, Giovinazzo, Mirandola, e altre dove, nonostante impegno e passione, mancano i finanziamenti e gli organici. Le vecchie «Uva» (Unità valutative Alzheimer) sono state sostituite dai «Cdcd», Centri per i disturbi cognitivi e demenze, senza però risolvere tutti i problemi. A Torino, il Dipartimento di Neuroscienze «Rita Levi Montalcini» è in corso un progetto finanziato da Unipol sui fabbisogni dei «caregiver»attraverso la somministrazione di un questionario ai parenti dei malati e che servirà a definire lo standard nazionale. Questo per contrastare il «burden» cioè il peso, psicologico e finanziario, di chi assiste. Anche perché la copertura del Servizio Sanitario Nazionale e le indennità di accompagnamento, i bonus assistenza e il monte ore permessi con il progredire della malattia non bastano. Per questo è importante appoggiarsi alle associazioni, farsi dare consigli, non isolarsi. Il professor Innocenzo Rainero, alla guida del progetto del «Rita Levi Montalcini» , invita a pensare alla figura del caregiver come fondamentale, offrendogli un supporto con un approccio multidisciplinare. Sottolinea inoltre l’importanza delle diagnosi precoci, per poter rallentare la progressione e ridurre i sintomi.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)