Difficile fare oggi prevenzione sulla malattia di Alzheimer. La diagnosi arriva tardi e in un'età in cui il paziente (tra i 75 e gli 80 anni) presenta tante altre patologie che possono interferire con il decorso di questo tipo di demenza, così come nella sua terapia ed efficacia. E tuttavia l'obiettivo è proprio arrivare a curare l'Alzheimer. "C'è una domanda che spesso ci sentiamo rivolgere dai parenti dei nostri pazienti ed è: 'Mia mamma ha l'Alzheimer, mia nonna ha avuto l'Alzheimer, è una malattia genetica, avrò anch'io la stessa malattia?'" racconta il prof. Innocenzo Rainero, specialista in Neuroscienze dell'Università di Torino presso la Città della Salute- Molinette, intervenuto al convegno "Il malato di Alzheimer: la sua presa in carico. Dal laboratorio al territorio". Ebbene, sul fronte genetico non si riesce ancora a spiegare pienamente la familiarità, la predisposizione e su questo gli studi genetici sono chiamati a dare una risposta. "Dopo anni di ricerca - spiega il prof. Rainero - la risposta che possiamo dare è che l'Alzheimer è una malattia eterogenea e che le cause sono correlate a una complessa interrelazione tra fattori di rischio ambientale e fattori di rischio genetico. I primi stanno diventando preponderanti: alcuni sono modificabili come lo stile di vita, altri no".
(Fonte: tratto dall'articolo)