Sia nel caso del bambino deceduto per l’otite curata con omeopatia, che in quello della bambina di 4 anni morta per encefalite morbillosa nel 2015, erano stati i nonni a opporsi ai trattamenti “alternativi”. Questo perché, fino a due generazioni fa, si aveva un’aspettativa di vita media di 60 anni anche a causa delle malattie infettive che causavano molti decessi nell’infanzia, e di conseguenza vaccini e antibiotici furono considerati positivamente dalla popolazione. Le generazioni attuali hanno perso, proprio grazie al successo di questi farmaci, la percezione del rischio e vedono la farmacologia e la chimica come invenzioni “artificiali”. Pur essendo, secondo le statistiche, genitori facenti parte della popolazione più istruita e benestante, queste persone si informano troppo sul web e tendono a non ascoltare esperi ma amici e conoscenti. Ci si deve ricordare che la natura fa ammalare e la scienza guarisce, anche se il nostro passato evolutivo spinge il cervello a giustificare la prima e a diffidare della seconda.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)