Il saggio di Zagrebelsky, edito da Einaudi e dal titolo "Senza adulti" è incentrato sul nostro rifiuto di diventare adulti. Non è un autoinganno, perché medicina, genetica e biologia ci autorizzano a pretendere l'immortalità e anche il maquillage sociale e culturale al servizio delle mode, dei trattamenti, degli stili di vita ci danno la promessa di ingannare la realtà.
Così non viviamo la vita, che nel suo naturale percorso, ha un inizio, un culmine e una fine, ma viviamo un'esperienza mimetica, spostata abusivamente nel territorio dell'età altrui, alterando il senso dell'una e dell'altra. Si indebolisce il fluire del tempo e si disimpara la preparazione alla vecchiaia, il modo di accoglierla dai primi segnali fino alle prove evidenti e la sua accettazione. Scegliamo di rimanere uguali a quel che ci immaginiamo di essere e pur di non declinare, decidiamo di non evolvere, con il risultato di far scomparire l'età di mezzo, la fase di transizione, il passaggio di maturità, l'età adulta. Rompendo il patto con le generazioni che verranno.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)