Le condizioni di vita degli anziani, negli ultimi decenni, sono migliorate. Gli indici Istat sullo stato salute e quelli sullo stato psicologico lo attestano. Nel 2013, la speranza di vita senza limitazioni funzionali  a 65 anni ha raggiunto i 15,5 anni per gli uomini e 16,2 per le donne. Gli interventi rivolti a questo target non devono quindi essere pensati solo in termini assistenziali. Inoltre, la prevenzione diventa cruciale  per valorizzare le risorse residue di questa fetta di popolazione. Il Piano nazionale di prevenzione 2014-2018 delinea due ambiti significativi di intervento:

1. prevenzione dalle infezioni ( corretto uso di antibiotici, buone pratiche di igiene in ambienti sanitari e prevenzione vaccinale)
2. PASSI d'Argento ( sistema di sorveglianza nazionale sullo stato di salute e sui bisogni socio-sanitari e assistenziali degli anziani) nel cui ambito rilevano soprattutto le tematiche degli stili di vita corretti e degli ambienti domestici sicuri. Dal punto di vista dell'organizzazione dei servizi il modello tradizionale tarato sugli eventi "critici" si sta spostando su una visione geriatrica integrata all'interno della quale ogni anziano deve trovare risposta all'insieme dei suoi bisogni, non solo sanitari ma anche psico-cognitivi  e socio-familiari. Dal punto di vista dell'accesso ai servizi si possono esaminare distintamente tre dimensioni ( geografica- economica e burocratica). Esiste poi una analisi dei servizi per gli anziani che tiene conto della sede di erogazione dell'intervento:

• servizi domiciliari (socio-assistenziali; sanitari)
• servizi residenziali (casa di riposo , casa protetta)
• servizi semi-residenziali ( centri diurni, RSA).