Secondo molti studi, essere bilingui allontana in media di 4-5 anni la comparsa di demenza senile e, in caso di ictus, raddoppia la probabilità del pieno recupero della funzionalità cerebrale. Inoltre, come spiega il neuropsicologo Jubin Abutalebi, direttore della rivista Bilingualism: language and cognition . «Chi parla più di una lingua quando si esprime deve usarne una e “inibire” le altre. Per farlo il cervello sviluppa di più le aree deputate al controllo esecutivo (z one della corteccia prefrontale responsabili dei processi di pianificazione e decisione delle priorità) e questo sembra aumentare la riserva neurale, ovvero accrescere la quantità di materia grigia e bianca: grazie a un maggior numero di neuroni, quindi, il cervello dei bilingue va incontro più lentamente all’atrofia legata all’età». Inoltre l’incremento delle capacità di controllo esecutivo fa aumentare le connessioni fra aree cerebrali attraverso la cosiddetta compensazione neuronale. Di conseguenza il cervello bilingue riesce a compensare meglio i deficit da invecchiamento. Abutalebi suggerisce corsi di lingua per anziani che potrebbero essere molto utili per ridurre i deficit cognitivi negli over 65. «Studiare lingue è una “terapia” per la mente anche a 70 anni. Non importa la performance, conta stimolare il cervello», conclude Abutalebi.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)