Fra due giorni Clint Eastwood compirà 90 anni. Per decenni ragazzi di diverse generazioni e di tutto il mondo hanno simulato sparatorie da selvaggio west nei salotti di casa imitando quel cowboy, l’Uomo Senza Nome di Sergio Leone, dall’iconico sguardo di ghiaccio. Il regista lo descrisse come l'uomo con due espressioni: con cappello e senza cappello.
Una carriera la sua, da ‘Per un pugno di dollari’ a ‘Million Dollar Baby’, che lo ha visto diventare l’antieroe americano per eccellenza. Eppure la sua è una storia particolare.
Cambiò la sua carriera, iniziata come stereotipo del tipo bello e noioso nello show western 'Rawhide', la decisione di girare un western diretto da Sergio Leone.
Negli anni ’80, Eastwood inizia a percepire le sue fragilità personali e a smontare il personaggio da cowboy per poi evidenziarne i tratti più intimi. Per Eastwood l’età cominciava ad essere un fattore importante ma, invece di rinnegarla, la rese uno dei suoi punti di forza. Lo abbiamo visto così in ‘Honkytonk Man’ del 1982, forse una delle sue interpretazioni migliori.
Il Clint regista sembrerebbe intento ad esplorare e decostruire le nozioni di eroismo americano. Il costante amore per il jazz ha alimentato il film biografico su Charlie Parker ‘Bird’, il primo ad ottenere il plauso della critica. ‘Gli Spietati’ trionfò agli Oscar del ‘92 e divenne un classico della filmografia. Fra i film più noti: ‘Mystic River’, ‘Million Dollar Baby’, ‘Bandiere dei nostri padri’ e ‘Lettere da Iwo Jima’. Più recentemente, passando anche per ‘Sully’ e ‘American Sniper’.
Come attore, ha il suo posto nella storia come icona di un genere intramontabile. Come regista, per longevità e successo popolare, è nell’Olimpo di Hollywood con artisti del calibro di Steven Spielberg e Martin Scorsese.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)