Secondo un grande sondaggio epidemiologico che ha preso in esame per oltre 16 anni le abitudini alimentari di oltre 137 mila persone dal reddito basso, medio e alto in 21 paesi del mondo esiste una correlazione tra i cibi raffinati e alcune malattie.
Innanzitutto è bene ricordare che il consumo di prodotti a base di farine raffinate e con zucchero aggiunto è molto aumentato negli anni. Il sondaggio faceva una distinzione tra categorie di alimenti.
Quelli a base di farina bianca (pasta, pane bianco, cracker, dolciumi), quelli a base di farina integrale e i cereali integrali veri e propri come avena, farro, orzo in chicchi. È stato visto che in coloro i quali consumavano 350 gr al giorno dei prodotti appartenenti alla prima categoria, il rischio di morte prematura aumentava del 27% rispetto agli altri, quello d’infarto del 33% e quello d’ictus del 47%.
Nelle farine raffinate il chicco di grano viene privato della crusca e del germe, risultando così più fino, chiaro e durevole nel tempo ma con un valore nutritivo praticamente pari a zero. I cereali integrali invece grazie alla loro ricchezza in fibre vitamine e minerali rappresentano un importante fattore di salute. Proprio l’alto contenuto di fibre favorisce il controllo glicemico e nutre la popolazione di miliardi di batteri buoni che abita nel nostro intestino, permettendoci di spegnere l’infiammazione.
(Sintesi redatta da: Miuccio Angela)