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Russo Paolo

I dimenticati dalla sanità

La Stampa, 23-01-2023

La popolazione italiana invecchia facendo aumentare le persone non autosufficienti, che sono già 2,9 milioni, destinate quasi a raddoppiare da qui al 2030, quando si stima diventeranno 5 milioni, su 20 milioni di over 65. Ma per 97 di loro ogni cento l'assistenza domiciliare integrata, l'Adi, resta un miraggio, perché in media solo il 3% riesce a ottenere che un infermiere, un riabilitatore e un medico, si affaccino periodicamente a casa. Un diritto che diventa privilegio di pochi, pochissimi quando si parla di Calabria, dove solo l'1,2% di anziani è assistito a domicilio, o di Alto Adige (0,6%) o della piccola Valle d'Aosta (0,2%), mentre la Sardegna di privilegiati non ne ha per il semplice fatto che l'Adi non viene erogata. Va un po' meglio in Sicilia (4,4%) o in Molise, che con il 5,1% è in cima alla classifica.

Un quadro che nel tempo potrebbe essere anche peggiorato, perché gli ultimi dati disponibili sono del 2019, risalenti all'era pre Covid. Una recente indagine dell'Osservatorio malattie rare ha rilevato che nel 60% dei casi le prestazioni sono molto diminuite e in un altro 8% si è comunque avuta una riduzione delle ore erogate. Insomma in 7 casi su dieci si è persino andati indietro anziché avanti. Secondo un sondaggio della Confad, il Coordinamento nazionale delle famiglie con disabilità, durante la pandemia il 65% degli intervistati ha dichiarato di non aver avuto nessun contatto con i centri di riferimento, con la drammatica conseguenza che non è stato attivato nessun servizio (fisioterapia, logopedia, infermiere, operatore sociosanitario, educatore).

Nel 74% dei casi non c'è stata nemmeno un'offerta di assistenza da remoto e i servizi sul territorio hanno evidenziato uno stato di carenza tale per cui nell'80% dei casi i servizi non erano previsti oppure, se attivi, sono stati interrotti. Parallelamente, è stato inevitabile riscontrare un aumento del carico di assistenza da parte del caregiver familiare, al punto che, nella fase iniziale della pandemia, l'86% di loro ha dichiarato di aver subito un danno fisico-emotivo. Un problema per chi ha bisogno di assistenza e un costo maggiore per le casse dello Stato, visto che dove si fa meno Adi aumentano i ricoveri.

A livello internazionale sono 20 le ore minime mensili ritenute necessarie per consentire a un non autosufficiente di restare a casa senza peggiorare. In Italia invece sono 18, ma l'anno, riportano gli allegati al PNRR che per portare almeno al 10% la quota di over 65 assistiti a domicilio stanzia 2,7 miliardi di euro, appena ripartiti tra le Regioni da un decreto firmato dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, che sta cercando di velocizzare la pratica. Poche ore e sempre più spesso affidate a cooperative private.

Secondo il report dell'Osservatorio malattie rare, il 31,2% dell'assistenza è erogato direttamente da strutture private, il 49% dal servizio sanitario nazionale che però spesso sempre a queste ultime si appoggia, mentre il 19,8% arriva sotto forma di voucher o assegni.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Russo Paolo
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2023
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2023-01-23
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteLa Stampa
Subtitolo in stampaLa Stampa, 23-01-2023
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Russo Paolo
Attori
Parole chiave: Anziano non autosufficiente Assistenza Domiciliare Integrata Diritti degli anziani