Un gruppo di ricercatori dell'Università di Edimburgo (UK) ha studiato e analizzato il DNA di oltre mezzo milione di donatori del Regno Unito e ritengono di essere in grado di stabilire, con una certa precisione, l'aspettativa di vita di una persona, assegnandogli un punteggio sulla base della propria genetica.
Il risultato della ricerca, pubblicata su eScience, è consistito nel confrontare i dati genetici dei donatori con l'età che avevano i genitori degli stessi quando sono morti. In questo modo, sono riusciti ad identificare 12 parti del genoma umano che sembrerebbero avere un impatto sulla longevità di una persona: alcune erano già note per essere connesse con le possibilità di infarto, o con l'Alzheimer. La maggior parte, però, sarebbero state scoperte, per la prima volta, dagli studiosi.
(Fonte: tratto dall'articolo)