“L'udito per la vita: non lasciare che la perdita dell'udito ti limiti” è lo slogan lanciato dall'Organizzazione mondiale della sanità in occasione della Giornata mondiale dell'Udito del 3 marzo. Gli eventi previsti sono stati annullati a causa dell'emergenza legata al nuovo coronavirus, ma l’attenzione resta alta, poiché grazie ad interventi tempestivi si può intervenire efficacemente ed ottenere risultati ottimali nel trattamento dei disturbi uditivi.
Il messaggio accomuna i giovani e gli anziani, poiché, segnala l’Oms, il 50% delle persone di età compresa tra 12 e 35 anni, rischia danni dell'udito per la prolungata esposizione a suoni forti, compresa la musica in cuffia. Per ovviare a ciò, dal 2019 l'Oms e l'International Telecommunication Union hanno emesso un nuovo standard internazionale per la produzione e l'uso di dispositivi audio, per farli diventare più sicuri per l'ascolto grazie alla funzione Sound allowance. Questo è un software che archivia il livello e la durata dell'ascolto, e fornisce quindi al fruitore un profilo di ascolto individuale basato sulle pratiche di ascolto, fornendo così dei consigli specializzati su come ascoltare senza correre rischi.
Sempre dai dati dell'Oms, risulta che oltre il 5% della popolazione mondiale, ha una riduzione dell’udito che influisce sulla qualità di vita e che il dato è destinato ad aumentare. In Italia è l’11,7% della popolazione ad avere problemi d’udito, circa 7 milioni di persone, e tra gli over 60 sono una persona su 3 a soffrirne. Ma negli ultimi 5 anni solo il 31% della popolazione ha effettuato un controllo dell'udito e il 54% non l'ha mai fatto, e rispetto alle protesi il dato peggiore, perché solo il 25% di coloro che potrebbero averne beneficio le usa. Questo nonostante chi ha difetti di udito corra più rischi, da 2 a 5 volte maggiore, di sviluppare deficit cognitivi. Per questo gli esperti invitano a prendersi cura del proprio udito e di superare le resistenze verso le protesi acustiche.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)