In Italia il 33% delle famiglie è costituito da un solo componente. Spesso anziano. Nelle grandi città come Milano si arriva al 50%. Il peso delle tante disabilità è poi enorme.
Da domani il Comune di Milano manderà agli inquilini delle sue case popolari, in stragrande maggioranza anziani, una lettera con un numero di emergenza e la disponibilità di tante associazioni a far fronte alle necessità, ma anche soltanto ad ascoltare, a dialogare (telefonando allo 020202). Gli aiuti sono tanti. La Pellegrini, per esempio, ha assicurato 30 mila pasti a casa agli anziani di 17 comuni del Milanese. Don Giacomo Caprio, della parrocchia milanese di San Vito al Giambellino, ha stampato centinaia di copie di un volantino e le ha affisse ai citofoni. Ovviamente il messaggio è apparso anche sulla Rete, ma non tutte le persone di una certa età navigano.
C’è anche la solitudine digitale. «Chiamatemi — ha scritto don Giacomo — vi compro io quello di cui avete bisogno». Seguendo, ovviamente, con grande scrupolo, tutte le regole di distanza. Lo hanno chiamato in tanti.
Ecco, gli anziani non sono solo soli, ma si sentono persino in colpa. «Fate tutto questo per noi che siamo già così avanti negli anni, ma ne vale la pena? Pensate al vostro futuro». Sonia Ambroset, psicologa di Vidas, spiega che è comunque forte il loro istinto di auto protezione, perché i ricordi famigliari sono un pozzo di saggezza. «Sono più competenti di noi, hanno già vissuto momenti difficili, sono più disponibili ad accettare i vincoli della situazione».
E la frase ricorrente verso figli e nipoti è: «Mi basta sentirvi». L’umanità e la civiltà di un popolo si misurano dall’attenzione e dal rispetto che è riservato alla terza e alla quarta età.
L’Italia, per fortuna, ha un immenso e diffuso capitale sociale. La rete di solidarietà che si è attivata un po’ ovunque a sostegno degli anziani per aiutarli a vincere la solitudine ne è una dimostrazione. In questa domenica così particolare se facessimo una telefonata in più ai nostri anziani, staremmo tutti un po’ meglio. Chi ha il ricordo dei tempi di guerra, di altre epidemie, di tante sofferenze,sa trovare le parole giuste per incoraggiare i più giovani senza esperienza e spesso senza memoria.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)