Dire mirto è dire Sardegna giacché le sue foglie danno gusto e aroma al porcetto e dalle bacche si estrae un liquore tipico pubblicamente apprezzato. I semi della pianta selvaggia hanno proprietà antiinfiammatorie, antiossidanti e antimicotiche epuò considerarsi un alimento nutraceutico, termine proprio della nuova scienza che studia la nutrizione e lo sviluppo di opportune forme farmaceutiche. Un pioniere delle immense potenzialità del mirto è un ex docente di merceologia dell'Università di Sassari che lo ha studiato per anni e che attualmente ha coordinato un lavoro scientifico per caratterizzare alcuni composti con proprietà terapeutiche presenti nelle bacche e che ha contribuito al "Disciplinare" per la produzione del mirto.
(Sintesi redatta da: Solinas Bachisio)