In base agli ultimi dati Istat, le persone disabili in Italia sono oltre 3 milioni, pari cioè al 5,2% della popolazione. Sono 1,5 milioni quelle che convivono con gravi limitazioni. Ben 6 disabili su 10 sono donne, e questa differenza di genere appare ancora più marcata dai 65 anni. In particolare, sono circa 1 milione le persone che, dopo essere state colpite da ictus cerebrale, sono sopravvissute con esiti più o meno invalidanti, rendendo di fatto questa patologia la prima causa di disabilità in Italia, oltre che la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie.
Il 3 dicembre si celebra la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. Istituita dall’ONU nel 1992, intende promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza del tema, proponendo un confronto aggiornato a vari livelli perché le persone disabili possano essere davvero incluse, in ogni ambito della vita, nella collettività, garantendo loro diritti umani, integrazione e pari opportunità.
L’obiettivo è promuoverne il benessere e cercare di garantirne i diritti fondamentali di accesso ai servizi e partecipazione alla vita pubblica della comunità. L’ictus cerebrale può provocare paresi degli arti superiori e inferiori, causare problemi neurologici e cognitivi; 1 paziente su 3 soffre di disturbi del linguaggio e di depressione.
Quello dell'ictus è un tema largamente trattato dal punto di vista della prevenzione e della gestione della fase acuta. Sono al contrario piuttosto scarse e frammentarie le informazioni sulla fase di riabilitazione. La maggior parte dei pazienti torna a casa senza ricevere notizie sui possibili sviluppi della patologia o sui percorsi che si possono intraprendere. Così facendo però aumenta il senso di isolamento e di rassegnazione dinanzi alle enormi difficoltà da affrontare per riprendere una vita che sia il più possibile “normale”.
(Fonte: tratto dall'articolo)