Ballare fa bene, muoversi a suon di musica innesca tantissimi meccanismi fisiologici che coinvolgono tutto l’organismo. Nel cervello si attiva un sistema a specchio e si accendono le aree legate ai movimenti che si stanno osservando, come se ci si stesse preparando a compierli. Questi neuroni sono alla base dell’apprendimento e della capacità di relazionarci con gli altri. Questa doppia valenza è quella sfruttata dalla Danza Movimento Terapia, che usa il ballo come supporto psicologico e psichiatrico, per aiutare le persone a entrare in contatto con se stesse e affrontare emozioni, situazioni o disabilità. Il legame fra danza e neurologia è già noto. La danza viene usata sia nel Parkinson che per le demenze grazie allo stimolo positivo che dà alla memoria. Ora si scopre alleata anche contro altre patologie, ad esempio nella cardiologia. Grazie alla possibilità di scelta (nel ritmo, velocità e destrezza) è possibile modulare il ballo sulle possibilità ed esigenze del paziente. La danza rallenta la frequenza del cuore, l’aumento della circolazione diminuisce il rischio di aterosclerosi e abbassa la pressione perché le pareti dei vasi si mantengono elastiche. Il sirtaki, danza tradizionale greca, è stata usato in un studio, pubblicato sullo European Journal of Cardiovascular Nurses, con pazienti con insufficienza cardiaca cronica, che lamentano una difficoltà al movimento in generale. Con 12 mesi di danza tradizionale i pazienti greci hanno rafforzato la muscolatura delle gambe ed hanno avuto un miglioramento della capacità di muoversi. La danza ostacola la sedentarietà, base di tutte le malattie croniche, contrasta l’obesità, aiuta la glicemia ad avere valori nella norma ed ha un impatto importante sugli ormoni che regolano lo stress. Ovviamente, qualsiasi stile di ballo si scelga è fondamentale consultare il proprio medico prima di iniziare.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)