Un ex senatore comunista costretto sulla sedia a rotelle. Da giovane veniva soprannominato “Che Guevara” per via del suo fascino e della sua aria un po’selvaggia. Il suo badante extracomunitario, soprannominato dal vecchio Drogo, come il protagonista del deserto dei Tartari, “uno che guarda spesso fuori… e aspetta di indovinare se-gnali di cambiamento”. Qui si scontrano due mondi. Il vecchio che si dice comunista e che si scopre da tutta la vita attorniato da borghesi e da privilegi politici e il giovane che viene dall’est, che di comunismo ne sa più di qualcosa. Un romanzo sulla vecchiaia. Non si indulge sulla malinconia e sulla dolcezza e sulla nostalgia. No, qui lo stile e i contenuti sono schietti, veri, asciutti. Appassiona lo stile incalzante e ironico della narrazione. Le voci dei due protagonisti si alternano, completandosi a vicenda. Un romanzo di confronto generazionale e politico. Perché le etichette non definiscono i contenuti. Perché un ex senatore comunista, al termine della sua vita si accorge che di comunista ha vissuto ben poco. Un romanzo sull’amore per la vita. Il vecchio ha un amore disincantato, maturo, disilluso e cinico. Il giovane vive di un amore cannibale, avido, completo. Ama la vita, tutta, ama le donne. Due: Maria e Daria, il giorno e la notte. (Lifegate – Silvia Passini) (Fonte: www.ibs.it)