A lungo considerato uno degli aspetti più misteriosi della vita umana, in particolare per la sua capacità di coinvolgerci emotivamente, il canto corale promuove anche il benessere fisico.
Di seguito, i risultati di alcuni studi internazionali, che hanno dimostrato i benefici di questa attività esclusiva degli esseri umani.
Come ha mostrato una ricerca dei ricercatori del britannico Tenovus Cancer Care e del Royal College of Music, cantare anche solo per un’ora ha degli effetti visibili sul nostro sistema immunitario. L’analisi dei campioni di saliva di 193 coristi dopo un’esecuzione canora ha rilevato una diminuzione dei livelli di cortisolo e grandi quantità di citochine infiammatorie. I bassi livelli di infiammazione nell’organismo potrebbero spiegare anche il miglioramento dell’umore determinato dalla pratica del canto e riferito dai coristi. «Questo studio - scrivono gli autori -fornisce delle evidenze preliminari che il canto migliora lo stato d’animo e modula i componenti del sistema immunitario. In particolare, in presenza di patologie oncologiche».
Secondo gli autori di un altro studio dell’Università di Gotenborg in Svezia, richiedendo una respirazione regolare e controllata, il canto regola l’attività del cosiddetto nervo vago, che è coinvolto nella nostra vita emotiva e che ad esempio influisce sul nostro timbro vocale.
I ricercatori dello Science of Music di Toronto, invece, hanno scoperto che il canto aiuta i pazienti con sindrome di Parkinson affetti dalla sindrome della maschera, anche nota come «Poker Face». Il progressivo irrigidimento dei muscoli facciali rende questi soggetti amimici.
Cantando regolarmente è possibile rallentare il processo di decadimento cognitivo cui vanno incontro i pazienti con demenza. Un gruppo di ricercatori del Cognitive Brain Research Unit dell’Institute of Behavioural Sciences e del Finnish Centre of Interdisciplinary Music Research dell’Università di Helsinki ha sottoposto 89 pazienti e i loro caregivers a sessioni di canto e di ascolto musicale per un periodo di 10 settimane. La pratica del canto corale ha migliorato la memoria di lavoro, le funzioni esecutive e l’orientamento soprattutto nelle persone con demenza lieve e con un’età inferiore agli 80 anni, mentre l’ascolto della musica è stato associato a benefici cognitivi nei pazienti in stadi più avanzati della malattia.
(Fonte: tratto dall'articolo)