La rivista «Science» ha pubblicato uno studio italiano effettuato su 10 mila scienziati che sfata il mito che le maggiori scoperte siano opere di giovani ricercatori. Secondo l’autrice, italiana, a contare sono talento e fortuna. Roberta Sinatra, prima firmataria del lavoro insegna scienze delle reti a Budapest e a Boston collabora anche con il guru della complessità Albert-László Barabási. Lei e i suoi colleghi hanno analizzato la carriera di oltre duecentomila scienziati di tutte le branche delle scienze dalla fine dell’Ottocento a oggi, riducendoli poi a 10.000 tenendo chi aveva più di vent’anni di lavoro all’attivo. Hanno osservato l’evoluzione della produttività durante l’arco della vita degli autori, soprattutto controllando il timing dei lavori a maggiore impatto. Hanno potuto così osservare che i giovani sono più produttivi, non più geniali e di conseguenza hanno maggiori possibilità di fare “la scoperta”. Lo studio di «Science» ha inoltre individuato un altro parametro, il fattore Qp, che indica il talento, unito alla persistenza e alla fortuna, che permette di riuscire. Il messaggio principale che emerge dallo studio è che non è mai il caso di scoraggiarsi e mollare, anche perché molte scoperte sono frutto di un mix tra intelligenza e caso. Come diceva Pasteur, la fortuna favorisce la mente preparata.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)