L’uomo trova inaccettabile il proprio finale annientamento e perciò da sempre insegue disegni che lo sottraggano a un destino che sgomenta per l’impossibilità d’immaginarlo. In antico la vita era breve, gli agguati d’ogni sorta inevitabili, fatale la corruzione dei resti mortali. Fu ragionevole credere a una sopravvivenza post mortem, in un altrove variamente indicato. Ma l’uomo contemporaneo riesce a prolungare sempre più la sua permanenza in questo mondo. Il terzo millennio si apre con inediti messaggi, si aggiungono tecniche a tecniche per prolungare la sopravvivenza, come se la prospettiva fosse quella di uscire dal tempo. Intanto, il proposito di rendere il corpo umano immortale, o quantomeno straordinariamente longevo, comporta una rifondazione dell’intera antropologia. Come sappiamo, quella sorta di “ideologia tecnologica” che mira ai suddetti scopi si avvale degli apporti della genetica, dell’intelligenza artificiale e delle nanotecnologie. Ma ancor più essa si giova del sostegno di una cultura in lenta ma costante costruzione, le cui radici affondano nel terreno dell’immaginario moderno e contemporaneo. Questo libro esamina le evoluzioni spesso contraddittorie dei vari miti dell’immortalità o dell’estrema longevità prodotti dalla letteratura degli ultimi due secoli: idee e concezioni che hanno poi invaso il cinema, i comic book, i serial televisivi, i videogame e il web, generando attese e timori dalle dirompenti potenzialità.
(Fonte: www.ibs.it)