C’è un vecchio detto che recita: «Un giorno di digiuno alla settimana, una settimana al mese, un mese all’anno». Sono in aumento le persone che praticano il digiuno ma, come dice l’oncologo Umberto Veronesi, non si può fare alla leggera. Lo studio sui segreti dell’invecchiamento pubblicato dal National Institute on Aging diretto da Valter Longo, spiega Massimo Melelli Roia, medico esperto di iridologia e medicina cinese, conferma la validità del digiuno che può donare fino a 10 anni in più. Questo perché disintossica e reintegra le cellule, combatte l’invecchiamento ed eliminando i radicali liberi, favorisce l’elasticità dei tessuti. Migliora il sistema immunitario e aumenta le cellule staminali nei vari organi, compreso il cervello, a vantaggio di lucidità e memoria. Melelli Roia assicura che il digiuno, solo con integrazione di liquidi non calorici (praticato dalle due alle 4 settimane, con sedute quotidiane di agopuntura) è utile nelle malattie autoimmuni e a tornare in forma. Consiglia per tutti un giorno di digiuno la settimana per un effetto curativo e preventivo, più che dimagrante. La cosa fondamentale è idratare l’organismo con almeno 2-3 litri di liquidi (acqua, infusi non zuccherati). Henri Chenot nel suo metodo detox ha inserito un giorno di digiuno, in cui si assumono solo acqua, infusi e brodi vegetali. Giorgio Calabresi nutrizionista, docente all’università Federico II di Napoli è contrario alla privazione totale (specie se protratta) ma favorevole al mini digiuno per depurarsi: pranzo leggerissimo — passato di verdura, tè — e cena ricca diverdure e frutta.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)