Lo scienziato norvegese Edvard Moser ha spiegato al Festival della scienza medica di Bologna che i “neuroni griglia”, un tipo di cellule scoperte nel 2006, emettono impulsi solo quando si passa camminando su certi punti della superfice e se uniti i punti con un pennarello si forma una griglia esagonale che permette al nostro cervello di conoscere la nostra posizione nello spazio. Da esperimenti sui topi si pensa che ci sia una forte componente innata, genetica in tutto ciò, che viene poi migliorata dall’esperienza che ha invece un ruolo chiave nella relazione tra il nostro sistema di posizionamento e la memoria, e ciò riguarda i neuroni di posizione. Questi si trovano nell’ippocampo e hanno attività diverse a seconda di dove ci troviamo fanno riferimento appunto alla memoria. Contro la malattia di Alzheimer potrebbero rivelarsi utili gli studi sui neuroni griglia poiché la malattia all’inizio danneggia la corteccia entorinale del cervello che li ospita, quindi una maggiore comprensione del funzionamento di questi neuroni potrebbe aiutare ad individuare l’Alzheimer all’esordio.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)