Può una dieta ricca di frutta a guscio, povera di proteine, con un po’ di pesce, pochi zuccheri, molti verdura e legumi allungare la vita? Pare di sì. E la conferma è nei piatti degli ultracentenari, da Okinawa in Giappone a Ikaria in Grecia, passando per la Penisola di Nicoya in Costa Rica, la cittadina californiana di Loma Linda, come sui monti sardi dell’Ogliastra. Le cosiddette ‘zone blu’, quelle che ne vantano la più alta concentrazione e dove, strano ma vero, «si mangia allo stesso modo». Per vivere bene e a lungo, dice lo studioso italiano Valter Longo, celebre per i suoi studi sull’invecchiamento, basta seguire regole semplici e una dieta che rinnovi il nostro organismo riducendo in modo significativo il rischio di diabete, patologie cardiovascolari e autoimmuni, nonché la probabilità di ammalarsi di cancro o malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. La dieta degli ultracentenari non richiede che si mangi di meno: la restrizione calorica, infatti, può comportare talvolta dei rischi come maggiore fragilità. Oggi poi è acclarato che mangiando per sedici, diciassette ore al giorno, non solo si creano problemi metabolici – che potenzialmente portano al diabete e a malattie cardiovascolari – ma anche difficoltà a riposare. Il suggerimento è di mangiare entro le dodici ore: se si fa colazione dopo le 8 bisognerebbe cenare prima delle 20, nonché evitare di mangiare nelle 3/4 ore precedenti il riposo notturno.
(Fonte: tratto dall'articolo)