La crisi economica italiana è stata selettiva, ed è andata ad incidere sulla composizione del reddito in modo diverso. Sono due le tipologie di contribuenti, i lavoratori dipendenti e i pensionati, ma il loro apporto cambia nel tempo, perché la quota del reddito da lavoro dipendente è rimasta intorno al 52%,, mentre nel secondo caso il peso è salito dal 26,7 al 30,1%. Così i pensionati, come categoria, hanno risentito in modo minore della crisi. In termini relativi infatti la variazione del reddito dei pensionati segna un +7% negli anni 2007-2015, contro il -5% per il reddito da lavoro dipendente. A livello geografico è rimasta, a parte qualche eccezione, invariata. Mentre per la distribuzione per classi di valore c’è un calo dei contribuenti nella fascia tra zero e 15mila euro di introiti annui, forse per “fuoriuscita” dal sistema di una serie di soggetti come i lavoratori precari, giovani assunti con contratto a termine, dipendenti alle prese con mobilità e cassa integrazione poi finite con il licenziamento. Ciò spiega anche la crescita dei contribuenti che dichiarano più di 75mila euro all’anno che è aumentata in termini relativi, per la diminuzione dei soggetti di reddito inferiori.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)