La malattia di Parkinson, a oltre 200 anni dalla prima descrizione, risulta facile da identificare quando è presente il tremore di riposo. Se il paziente è invece «solamente» rigido o impacciato nei movimenti, vi sono spesso molti dubbi, che si traducono in un ritardo diagnostico o nell’applicazione di terapie che possono aggravare i sintomi. È opportuno ricordare che solo il 50% dei pazienti si presenta, in fase iniziale, con il classico tremore di riposo, quindi esiste un serio rischio che i sintomi, all’esordio, vengano attribuiti a depressione e ansia (sintomi per altro, spesso, realmente presenti). Se il paziente dunque è lento, rigido, lievemente depresso e magari con una sintomatologia gastroenterica, etichettata come psicosomatica, può essere trattato con farmaci antidopaminergici, che si vanno a legare a quel recettore che deve rimanere libero per far lavorare la dopamina che il malato, specie non diagnosticato, e quindi non trattato, ha in quantità ridotta.
(Fonte: tratto dall'articolo)