Cominciano a spuntare in tutta Italia i condomini solidali, in cui le famiglie dello stesso palazzo assumono una sola badante o un’unica baby sitter, chiamata a suddividere le sue ore di lavoro tra più nuclei familiari. Capita anche sempre più spesso di trovare gruppi di inquilini che fanno la spesa collettiva ai mercati generali, anche qui con un bel vantaggio economico. Confabitare, un’associazione di proprietari di immobili, è stata tra i primi a proporre la badante di condominio «Noi – spiega il presidente Alberto Zanni – istruiamo le signore selezionate e ci occupiamo della parte legale. Ogni anziano o famiglia paga solo l’effettivo “consumo” di ore, con in più il vantaggio di averla sempre presente all’interno del palazzo. Le badanti hanno la sicurezza di lavorare tutto il giorno senza perdere tempo negli spostamenti». I condomini solidali possono avere ricadute positive anche nei quartieri difficili come a Milano, dove un esperimento di housing sociale, sta diventando un punto di riferimento della zona. «Qui – spiega Rossella Sacco, gestore sociale – grazie alla collaborazione tra pubblico e privato sociale abbiamo creato alloggi con affitti calmierati per persone in difficoltà e per famiglie selezionate e formate che si adoperano per gestire un mini welfare e un sistema di aiuto tra inquilini. A questa platea abitativa, formata da italiani e stranieri, viene così offerto supporto allo studio per ragazzi, cene nei cortili, attività culturali, spazi commerciali equo-solidali, mostre e presto lanceremo pure il cinema all’aperto». E nel fai-da-te condominiale il pensionato milanese Roberto Chiapella nel 2013 ha dato vita alla prima biblioteca «Una sera ho visto dei libri gettati nel cassonetto a due passi da casa. Ho avvertito una stretta al cuore e mi è venuta l’idea di utilizzare la vecchia stanza del portiere per farne una biblioteca». Adesso i volumi sono oltre 5 mila.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)