Il rapporto del difensore civico del Piemonte sugli strumenti di contenzione ancora in uso in alcune Rsa regionali, è dolorosamente chiaro. Va detto che il fatto che la questione emerga e che venga dato all'argomento il dovuto risalto induce a essere positivi nei confronti della regione, ma resta davvero inquietante rendersi conto della situazione leggendo le molte pagine dell'articolato rapporto dell'autorità che certifica, senza mezzi termini, la percentuale elevatissima delle case di cura che ammettono di adottare questi terribili strumenti costrittivi nei confronti dei ricoverati. Non si deve imputare la situazione alla cattiveria umana, ma alla perenne endemica mancanza di fondi che limita il personale addetto, e che quindi costringe all'immobilizzazione dei pazienti che possano mettere in atto comportamenti lesivi di se stessi o di altri. Non è però un paese civile, quello che davanti alle debolezze e alle crepe si gira dall'altra parte, lasciando così indietro gli ultimi. Non è un paese che può dirsi civile quello che lega al letto gli ammalati, in attesa della fine.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)