È il vertebrato con la vita più breve al mondo ma può risultare decisivo per curare le patologie tipiche della vecchiaia. Si tratta del Nothobrachius furzeri, un piccolo pesce del Mozambico che a tre settimane è in grado di riprodursi e in pochi mesi completa il suo ciclo vitale. Il pesce è al centro di una ricerca della Scuola Normale di Pisa, che sta portando a risultati capaci di gettare una nuova luce sui processi di invecchiamento. L'interesse relativo alle scoperte è tale che Cell – la rivista scientifica più prestigiosa al mondo in ambito biomedico – ha deciso di pubblicare sulle sue pagine gli studi che la Normale porta avanti insieme a centri come il Leibniz Institute e la Stanford University. Per la prima volta è stato dimostrato che in un vertebrato i programmi genici attivati durante l’invecchiamento e lo sviluppo embrionale sono simili. Le stesse condizioni di vita nella savana africana sono state riprodotte in laboratorio e in maniera del tutto inaspettata si è scoperto che i processi genici attivati durante l’invecchiamento e la diapausa sono simili. Secondo Antonino Cattaneo della Scuola Normale, “questo modello sperimentale dà un contributo importante per accelerare la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci per le malattie legate all’invecchiamento e alla neurodegenerazione, quali l'Alzheimer”.
(Fonte: tratto dall'articolo)