Demografia e democrazia si intrecciano, e le tensioni che i grandi flussi migratori stanno innescando nei vari Paesi europei, anche quelli ritenuti più maturi e con un sistema di welfare più solido e affidabile, come Svezia, Danimarca, Finlandia lo dimostrano.
La situazione italiana è quella di un paese in una fase di transizione per quanto riguarda la democrazia e di estinzione dal punto di vista demografico. La popolazione residente è diminuita nel 2015 di 150.ooo unità, per la prima volta dal 1917-1918, perché aumentano i decessi e diminuiscono le nascite, anche quelle dovute agli immigrati che vivono ormai l'Italia come terra di passaggio verso altre destinazioni.
Il declino demografico dell'Italia, però non dipende solo dall'invecchiamento della popolazione, con il 21,5% di ultra 65enni e appena il 14% di under 15enni, ma anche dai flussi di emigrazione in uscita di giovani italiani - soprattutto nella fascia dai 18 ai 34 anni - che sono stati circa 80.000 nel 2012, e 95.000 nel 2013, molti di più degli stranieri arrivati. E mentre i giovani se ne vanno e gli immigrati non trovano nel Paese le condizioni e le prospettive di vita che cercavano, risulta, da una indagine condotta dell'Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, curato da Demos-Oss. Pavia e Fondazione Unipolis, che il 19% degli italiani pensa che la giovinezza possa durare anche dopo i 60 anni e il 45% ritiene che finisca tra i 50 e i 60, come esistesse una eterna giovinezza. Cancellando così l'idea della maturità e le responsabilità della condizione adulta.
(Sintesi redatta da: Laura Rondini)