Il mondo della tecnologia ha capito che nel segmento di mercato legato agli over 65 si nasconde una grande possibilità di sperimentazione e di profitto. Ma secondo Evgeny Morozov, studioso di cultura digitale, il modello di welfare che viene proposto loro dalla Silicon Valley rappresenta una promessa di solitudine. Le aziende, che hanno cominciato a investire sul mercato della terza età propongono già varie idee, dai software e applicazioni per «semplificare» il rapporto degli anziani con i gadget tecnologici, ai robot che aiutano nelle faccende domestiche. A Singapore è attivo il RoboCoach, robot che aiutare ad effettuare correttamente gli esercizi fisici come un personal trainer in palestra. L’Ibm ha il programma «Secure Living project», che permette agli anziani di «vivere al sicuro» a casa, il cui progetto pilota è a Bolzano e riguarda trenta residenti, monitorati in tempo reale da sensori che controllano i dati fisici e li trasmette a una centrale di controllo che, in caso di problemi, avverte la famiglia e l’ospedale locale. Dietro questi progetti il tentativo di ridurre la spesa sanitaria per la terza età e di «informatizzare», sostituendo con sensori, robot e videocamere le badanti. Anche nel campo dell’allungamento della vita ci sono progetti, dal 2013 è nata Calico, creatura biotecnologica di Google e il cofondatore di PayPal Peter Thiel è uno dei finanziatori del progetto Sens (Strategies for Engineered Negligible Senescence) per contrastare l’invecchiamento del biochimico inglese Aubrey de Grey. «Come è possibile — si domanda Morozov — andare in pensione in un’economia in cui il valore finanziario è prodotto semplicemente dall’interazione con tecnologie ad alta intensità di dati?».
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)