E’ una nuova forma di trapianto che si applica come un collirio. Si trapiantano unità elementari della membrana amniotica, bloccando sul nascere gravi patologie dell’occhio senza bisogno di operare. L’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della salute hanno appena autorizzato questa tecnologia avanzatissima di riparazione dei tessuti. L’ha inventata Emiliano Ghinelli, direttore scientifico dell’istituto Ilmo di Brescia. Vengono liofilizzati all’interno di un collirio dei frammenti microscopici della membrana amniotica che, a contatto con l’occhio, liberano un cocktail di sostanze antinfiammatorie, nutritive e neuro-rigenerative. Sono le sostanze con cui si è entrati in contatto nell’utero materno, che da adulti aiutano il corpo ad autoripararsi. Il trapianto liquido può essere usato in caso di ulcere corneali e neurotrofiche, patologie autoimmuni e rigetto del trapianto di cornea. Sono iniziate sperimentazioni anche in patologie non oculari, perché questo tipo di trapianto può essere usato anche contro patologie neurodegenerative: Parkinson, sclerosi multipla e Alzheimer.
(Sintesi redatta da: Flavia Balloni)