In base agli ultimi dati Ocse e Oms l'aspettativa di vita cresce ma diminuiscono gli anni di vita in buona salute. Studi e ricerche che affrontano il cambiamento demografico si stanno concentrando su un ripensamento degli ambienti di vita nelle città e sull'accessibilità ai servizi. Per limitare i costi sociali connessi al calo delle aspettative di vita attiva, è indispensabile collegare la medicina alle discipline che progettano l'accessibilità di spazi e servizi nelle città. Pensare città a misura di anziani significa comprendere le esigenze dei senior che sono, a loro volta, un target non omogeneo ed in evoluzione. La sfida riguarda un cambiamento di mentalità in cui muta, non solo la nozione di spazio, ma anche di tempo. Non a caso ( Censis 2015) tra i consumi in aumento nella terza età, ci sono quelli del turismo e tempo libero; che è la maggiore ricchezza di questa fascia di popolazione. In base ai portatori di interesse, gli spazi urbani si possono ripensare a tre livelli differenti:
1) abbattimento barriere architettoniche per rendere uguali tutti i cittadini nella fruizione degli spazi urbani;
2) realizzazione di progetti, prodotti e servizi che stimolino tutti a muoversi verso sani stili di vita ,
3) progettazione di soluzioni per rendere fruibili gli spazi da parte di anziani con disabilità motorie e cognitive.
Gli spazi per muoversi a piedi, ma anche il sistema dei trasporti o gli ambienti domestici, vanno ripensati in modo che l'anziano, con la comparsa di grandi o piccole patologie invalidanti, non rinunci alla autonomia che gli è possibile e alle sue buone abitudini quotidiane. L'OMS si è impegnata di recente su questi temi con il programma Decennio per l'invecchiamento sano 2020-2030 (WHO Age- friendly cities project).
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)