Oscar, un anziano svedese di 75 anni affetto dalla malattia d'Alzheimer, nell’arco della sua vita è stato un convinto vegano. Nel rispetto delle sue abitudini e per volere della moglie, la struttura che lo ospita gli propone pasti rigorosamente vegani, cioè privi di alimenti di origine animale.
Un giorno, però, Oscar prova per errore una porzione di polpette di carne al sugo e si accorge che gli vengono serviti piatti diversi da quelli degli altri ospiti. Da quel momento rifiuta i suoi soliti menu vegani, ma la moglie si oppone alle nuove scelte alimentari del marito.
Sul caso, che ha suscitato una serie di riflessioni circa l’autodeterminazione di un paziente affetto da Alzheimer, si è aperto un dibattito: a chi spettano i diritti di decisione dell’alimentazione di Oscar? Agli assistenti sociali che lo seguono, alla moglie, o all’uomo affetto da Alzheimer?
Un Comitato etico, dopo che il caso è approdato al ministero svedese della Salute e del Welfare, ha stabilito che i desideri di Oscar debbono essere rispettati dal personale della struttura residenziale, in base al principio che «gli ospiti di una struttura assistenziale debbono avere lo spazio per poter essere se stessi».
Di diverso parere è la docente di Filosofia del Michigan State University, secondo cui Oscar non è libero di scegliere poiché affetto di demenza a uno stadio così avanzato da non poter più essere assistito a casa sua. Pertanto spetterebbe alla moglie, avendo trascorso trent’anni con lui, decidere cosa sarebbe meglio per Oscar. (Fonte: www.fondazioneleonardo.it) (Fonte: tratto dall'articolo)