(function() { var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true; ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://' : 'http://') + 'stats.g.doubleclick.net/dc.js'; var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s); })();
Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Maino Franca

Il Welfare aziendale opportunità di sviluppo e criticità

Il Mulino, 4, 2018

La popolazione residente nel nostro Paese diminuisce ed è sempre più vecchia. Abbiamo oggi, per l’Istat, 13,5 milioni di over 65; 4,1 milioni di over 80 ( 6,8% del totale della popolazione) e 727.000 ultranovantenni  (1,2% del totale). La piramide della popolazione si avvia ad assumere una forma a rombo. C’è un welfare pubblico sempre meno capace di rispondere alle esigenze di individui e famiglie che devono assistere anziani non autosufficienti  e minori conciliando questi compiti con gli impegni lavorativi. Un ruolo nuovo viene assegnato alle imprese dal  2011 con l'introduzione, a livello nazionale e regionale, di una normativa di stimolo allo sviluppo del welfare aziendale. obiettivo: favorire la diffusione di  accordi, fra imprese e lavoratori, per il work-life balance (bilanciamento fra impegni di vita e lavoro). Dal 2016 ( legge di stabilità art.51),  la normativa fiscale è stata modificata inserendo, fra i servizi contemplabili negli accordi di  welfare aziendale, anche quelli per l’infanzia (servizi di istruzione, ludoteche, centri estivi e invernali, baby-sitting) e quelli di assistenza a familiari anziani (prima del tutto assenti nel Tuir). La modifica del Tuir ( Testo unificato imposte sui redditi),  ha portato alla sottoscrizione di un accordo fra Confindustria e sindacati (Cgil, Cisl e Uil)  per favorire la diffusione di accordi fra imprese e lavoratori. Le pratiche di Welfare aziendale possono offrire modelli di personalizzazione del benessere del lavoratore. La possibilità di convertire tutto o parte del premio di risultato in beni di Welfare aziendale può favorire la messa a punto di «risposte su misura» alle esigenze dei lavoratori. Si tratta della cosiddetta «welfarizzazione» della produttività.

(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)

Approfondimenti on line
TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)Maino Franca
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2018
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero4
Fonte
Approfondimenti Onlinewww.rivistailmulino.it/doi/10.1402/90862
FonteIl Mulino
Subtitolo in stampaIl Mulino, 4, 2018
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)
Volume
Approfondimenti
Approfondimenti on line
Maino Franca
Attori
Parole chiave: Buone pratiche Welfare