Nonostante la legge è stata approvata quasi due anni fa, è tuttora un problema depositare il biotestamento, ed è quindi impossibile far conoscere ai medici, in caso di bisogno, le volontà espresse sui trattamenti sanitari. Le “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, le cosiddette Dat, sono per ora lettera morta. I cittadini possono depositare le Dat nell’ufficio di anagrafe del proprio Comune, alla Asl e anche presso i notai, quasi in tutta Italia, e la situazione sta migliorando, dopo che sono state risolte una serie di questioni sulla formazione dei dipendenti comunali che devono inserire il biotestamento nel registro dedicato. Quella che manca è l’attivazione della banca dati nazionale delle Dat, il grande registro che custodisce le dichiarazioni dei cittadini, che vanno messe in rete con i reparti di pronto soccorso o le rianimazioni. Questo permetterebbe ai dottori, quando si trovano davanti un paziente privo di coscienza sul quale bisogna avviare procedure invasive, si conoscere in tempo reale se la persona ha fatto il biotestamento e quali sono le sue disposizioni in riguardo. La sola Regione pronta è la Toscana, dove il sistema di raccolta delle volontà, è stato messo in piedi, e dove è pronto anche un registro consultabile dagli ospedali, che sono in rete. E’ in dirittura d’arrivo anche l’Emilia Romagna, ma le indicazioni sono che debbono aspettare l’attivazione della banca dati nazionale. L’ex ministra alla Salute Giulia Grillo aveva preparato uno schema di decreto sulle modalità di registrazione del biotestamento nella banca dati nazionale, e tra le funzioni c’è «l’accesso ai dati da parte del medico che ha in cura il paziente, allorché per questi sussista una situazione di incapacità di autodeterminarsi ». E’ anche pronto un finanziamento di 2 milioni per la costruzione della banca dati «così come previsto dalla legge di Bilancio 2018». Ora, dopo il via libera del Garante della privacy e della Conferenza Stato-Regioni e ora si attende un parere del Consiglio di Stato. Ricevuto questo, la questione dovrebbe, arrivare sulla scrivania del nuovo ministro alla Salute Roberto Speranza.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)