I Nuclei anti- sofisticazione dei carabinieri hanno controllato le Rsa in tutta Italia per verificarne la sicurezza e il livello di assistenza fornito agli ospiti, facendo emergere diverse irregolarità in una struttura su quattro. In 63 casi sono state violate le norme anti-Covid, mentre 87 operatori sono risultati privi di copertura vaccinale, nonostante le disposizioni che da aprile hanno reso obbligatorio il trattamento per infermieri, fisioterapisti, oss e altro personale che lavora nelle Rsa. I controlli sono stati effettuati nei primi dieci giorni di maggio in 572 tra case di riposo, comunità alloggio e centri di accoglienza per anziani in tutta Italia. Le irregolarità contestate e finite a verbale riguardano 141 strutture, pari al 25% del campione ispezionato.
A Pescara, Genova, Torino, Messina e Catania i militari dell’Arma hanno rilevato situazioni di abbandono di anziani non autosufficienti in relazione alle loro condizioni di salute o esigenze fisiologiche e motorie. In alcuni casi non venivano somministrati ai degenti i farmaci prescritti dai medici. A Casalbordino, Monteodorisio e Città Sant’Angelo, in Abruzzo, sono stati segnalati alle rispettive Asl tre legali rappresentanti di altrettanti centri socio-assistenziali (in uno dei quali risultavano non vaccinati 4 ultraottantenni). Nel corso delle ispezioni sarebbero emerse, infatti, carenze igienico-strutturali ed organizzative: infiltrazioni di acqua piovana dal soffitto, distacco dell’intonaco dei servizi igienici e delle camere. Il fenomeno delle irregolarità "rappresenta un potenziale anello di debolezza nella strategia di tutela al possibile contagio degli anziani ospiti – sottolinea il comando dei carabinieri per la Tutela della salute – proprio in un momento di riapertura delle visite ai familiari".
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)